Amare sé stessi: il primo passo per non pagare il conto delle relazioni sbagliate

Molti credono che amare significhi sacrificarsi. “Se ami davvero, dai tutto”, ci ripetono. Ma questa è una delle bugie più tossiche che ci portiamo dietro. Perché quando dai tutto e smetti di amarti, prima o poi arriva il conto: stanchezza, vuoto, rancore.

Amare sé stessi non vuol dire diventare narcisisti, vuol dire riconoscere il proprio valore. Se non ti ami, ti trasformi in un bancomat emotivo: chiunque può prelevare, ma nessuno versa.

Cosa succede quando ti sacrifichi troppo

• Ti ritrovi esausto, senza energia.

• Ti senti invisibile, perché nessuno riconosce i tuoi bisogni.

• Diventi dipendente dall’approvazione altrui.

È come spendere soldi che non hai: all’inizio sembra sostenibile, ma il debito cresce.

Le relazioni sane non chiedono la tua distruzione

Se qualcuno ti ama, non ti chiede di spegnerti. Non ti chiede di diventare meno di quello che sei. Ti incoraggia ad essere intero, non a farti a pezzi.

3 pratiche quotidiane per coltivare amore di sé

1. Dire no senza paura – ogni volta che dici no a qualcosa che ti distrugge, stai dicendo sì a te stesso.

2. Prenderti tempo – non sei egoista se ti ritagli spazi. Sei responsabile.

3. Parlarti bene – le parole che usi con te stesso valgono più di qualsiasi complimento esterno.

Non smettere mai di amarti: chi ti chiede di farlo non vuole un partner, ma un sacrificio.

Non aspettare che ti arrivi il conto: inizia oggi ad amarti.


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