Le cadute fanno paura.

Non per il dolore fisico o emotivo, ma perché mettono in discussione l’immagine che avevamo di noi stessi.

Eppure, è proprio quando tutto vacilla che la verità emerge.

Ogni volta che cadi, la vita ti mostra un punto cieco: una parte di te che avevi ignorato.

Non sei punito, sei invitato a evolvere.

C’è più valore in una caduta sincera che in mille passi finti nella direzione sbagliata.

Il problema non è cadere: è restare a terra a compatirsi.

Il cambiamento nasce quando inizi a chiederti “cosa vuole insegnarmi questa lezione?” invece di “perché è capitata a me?”.

Le persone che ammiri non sono quelle che non cadono mai, ma quelle che hanno trasformato le proprie cadute in cattedre di vita.

Ogni errore ti avvicina alla tua autenticità, se smetti di giudicarlo come fallimento.

Rinascere non è tornare perfetti: è saper guardare le proprie cicatrici e dire “anche questo fa parte di me”.

E in quel momento, ti rialzi non per fuggire dal dolore, ma per attraversarlo con dignità.