Tutto ciò che accade ci aiuta a crescere, anche se è difficile capirlo nell’immediato. Questa è una verità scomoda, una di quelle che si accettano solo col tempo, quando il dolore si è attenuato e lo sguardo riesce ad andare oltre il momento presente. Eppure, è proprio nei momenti più difficili, quelli che sembrano spezzarci, che si nasconde la chiave della nostra evoluzione. Ogni sfida, ogni caduta, ogni ostacolo non arriva per caso. Arriva per mostrarci qualcosa di noi che non sapevamo, per svegliarci da automatismi che non ci servono più, per costringerci a cambiare direzione quando stiamo andando contro la nostra vera natura. Spesso ci chiediamo “Perché proprio a me?”, ma la domanda più utile da farci è “Cosa posso imparare da questo?”. Crescere non significa non provare dolore. Crescere significa imparare a trasformarlo. Ogni situazione, anche la più ingiusta o inspiegabile, può diventare un trampolino per diventare più consapevoli, più forti, più veri. E quando impari a vedere anche il buio come parte del tuo cammino, smetti di combattere la vita e inizi ad allearti con essa. È un processo, non un colpo di magia. Serve coraggio, presenza, volontà. Ma soprattutto serve fiducia: fiducia che ogni esperienza, anche se ora ti sembra solo una ferita aperta, un giorno sarà la radice di una nuova forza dentro di te. Non sei vittima di ciò che accade, sei il protagonista della trasformazione che ne deriva. Ogni cosa che vivi ha senso, anche quando il senso ancora non lo vedi. Non mollare. Resta sveglio. Ascolta. Perché ogni giorno, anche quello che oggi ti sembra perso, può essere il giorno in cui stai diventando la persona che sei destinato a essere.
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